giovedì 3 novembre 2011

Valencia - La città degli aranci (Parte I)

...E così partii per l'Erasmus!! Da Bologna in Toscana per fare le valigie, poi a Roma e con l'aereo dritto fino a Valencia. Ad accogliermi una città sorprendentemente incantevole, situata nel bel mezzo della costa atlantica della Spagna, 250 Km circa a sud di Barcellona e chiamata dagli abitanti del posto la ciudad de los naranjos, per la gran quantità di alberi di arance che rivestono la città. Valencia è la terza città della Spagna dopo Madrid e Barcellona, ha 800.000 abitanti circa e oltre a parlare il comune castellano o spagnolo, in tutta la provincia si parla un dialetto, anzi una vera e propria lingua, che è molto simile al catalano ma è definita valenciano. L'Erasmus era appena cominciato e già si era creato un gruppo di ragazzi (quasi tutti italiani) molto festaiolo. La città di per sè è molto festaiola, quindi trovammo un ambiente accogliente sotto molti punti di vista...
...L'impatto con la lingua fu traumatico, finchè non decisi di iniziare a leggere il libro di grammatica che mi ero procurato prima di partire. Il problema è che in qualsiasi ufficio e persino nelle indicazioni stradali, viene usato il dialetto, con l'effetto di creare molti dubbi nella testa dello straniero. Imparai quindi a distinguere le due lingue e praticando molto, riuscii in pochi mesi a raggiungere un buon livello di spagnolo. La cosa fu molto positiva perchè l'italiano all'estero tende a fare combriccola quasi sempre con connazionali e questo ne limita sia l'apprendimento della lingua che il conoscere culture diverse e fare esperienze nuove.
Per i primi mesi mi sistemai nella stanza di un appartamento condiviso con altri studenti italiani e una ragazza brasiliana, la quale un paio di anni dopo vinse il grande fratello spagnolo. Ne venni a conoscenza tramite uno dei coinquilini di quel piso che incontrai molto tempo dopo, casualmente a Bologna. La cosa mi fece molto piacere poichè sapevo che quello era un sogno che si realizzava per quella ragazza brasiliana così affascinante. Io, dalla mia parte, continuai comunque a detestare quel ridicolo format televisivo.
L'appartamento era vicino all'Avenida Blasco Ibanez, nella zona universitaria della città. C'erano edifici moderni, palazzi altissimi, il celebre stadio Mestalla, locali, bar, discoteche e anche la stessa Università era ubicata in un edificio moderno. Il grande viale collegava la città vecchia al quartiere della spiaggia ed era fondamentale per gli interessi commerciali della città. Alla fine del viale, nella parte interna, c'era il giardino Viveros e proseguendo nella stessa direzione il parco del Turia, un immenso spazio verde che attraversava la città, creato deviando il corso del fiume, dallo stesso nome, verso la periferia. Qui c'erano alcuni dei luoghi maggiormente conosciuti di Valencia, come la Città delle Arti e della Scienza, il ponte di Calatrava, l'Oceanographic, il Palau de la musica, il Gulliver ecc. ma soprattutto era il vero polmone della città, con zone ricreative, piste ciclabili, fontane e laghetti di qualsiasi tipo e dimensione, campi da gioco e spazi per rilassarsi, studiare, scherzare con gli amici, passeggiare con i cani o in dolce compagnia...

Plaza de la Reina - Valencia

Città delle arti e della scienza - Valencia

Plaza de toros - Valencia


...Al di là del parco, la grande torre Serranos indicava l'inizio della città vecchia. Un susseguirsi infinito di piazzette e vicoli più o meno stretti dove era facile perdersi e che s'intrecciavano fino ad arrivare alle tre piazze principali, Plaza de la Virgen con la cattedrale e la fontana, Plaza de la Reina con la sua imponente torre e Plaza del Ayuntamiento ovvero la piazza del comune circondata da palme altissime e dallo splendido edificio dove la signora Rita Barberà svolgeva i suoi loschi sotterfugi politici. Poco distante da lì, si arrivava alla stazione centrale dei treni, dove sorgeva il quartiere più commerciale di Valencia, Xativa, con la Plaza de toros cittadina, fast-food, negozi di moda all'ultimo grido, uffici e tanti bar in cui i dipendenti degli esercizi potevano riposarsi sorseggiando una classica cerveza o una tipica horchata, anche se la maggior parte di loro era solita bere uno di quei caffè annacquati che sapevano di ruggine.
Da Plaza de la Virgen invece era possibile inoltrarsi per Calle Caballeros e da lì proseguire per il Carmen, il quartiere antico con splendidi palazzi settecenteschi, la pavimentazione in sanpietrini e una serie interminabile di locali, l'uno accanto all'altro, per tutti i gusti. Ero solito frequentare quelli un pò meno modaioli come Radio City, dove un giorno alla settimana si poteva assistere a un vero spettacolo di flamenco, il Cafè Lisboa per un mojito, Las tribus per una tequila sale e limone, il Pinball per un chupito o il Turmix, dove era possibile sorseggiare un assenzio ad ore improponibili...
...Uno degli aspetti sicuramente positivi fu anche il fatto che le ragazze valenciane, oltre ad essere molto carine, erano piuttosto disponibili e questo rendeva ancor più piacevoli le calde serate di festa.
Per mangiare una tipica paella valenciana, mista con carne e pesce, invece potrei consigliare alcuni posti vicino al mercato centrale, in particolare i chioschetti ai bordi della strada dove il rapporto qualità-prezzo è davvero vantaggioso. Per una cena seria però è meglio dirigersi verso il mare, ma una cosa è certa, cioè diffidare dei bar-ristoranti più vistosi e situati nelle vie di maggior traffico perchè è noto che la paella che offrono là, sia fatta con prodotti ultra-congelati e i prezzi siano appositamente elevati per i turisti. In ogni caso, per chi avesse problemi nel digerire questa deliziosa pietanza, può visitare una delle antiche botteghe di vini e liquori situate tra Plaza de la Reina e il mercato centrale, degustare un bicchiere di Mistela, un passito dolce e inebriante e sedersi all'ombra della caratteristica Plaza Redonda.
La qualità di vita è abbastanza elevata, gli abitanti di Valencia sono benestanti o perlomeno questo è ciò che tendono a ostentare, ma al tempo stesso sono persone semplici nella maggior parte dei casi. La città è talmente pulita che rischia di apparire come una menzogna, i prezzi delle cose, nonostante la globalizzazione e l'€uro, non sono alti e anche affittare un intero appartamento non è una follia, o almeno non lo era fino al 2007.


Valencia Skyline

Valencia - Graffiti
Valencia - Torres de Quart


Dopo tre mesi decisi così di dare una svolta all'Erasmus e trasferirmi nella città vecchia. Mi piaceva quella zona, la trovavo poetica e ispiratrice, mi ricordava Parigi e i fermenti culturali, i lampioni nella notte ricoprivano le strade di una luce calda arancione e l'atmosfera che si respirava era quella di una città con un'anima, una storia e una sua elegante personalità, quella cioè che rende una città una grande città. Attraversare Valencia era semplice e veloce. Con la metro o in bici, per arrivare al Cabanyal, la zona della spiaggia, s'impiegava un quarto d'ora. Il quartiere in realtà non era molto bello, sporco, abbandonato, ma poco tempo dopo venni a conoscenza che i residenti si erano opposti ad un piano di modernizzazione del quartiere che prevedeva la distruzione di edifici e palazzi storici, quindi compresi che in realtà quella zona andava bene così. La spiaggia era molto larga e il mare non era il massimo della pulizia, anche perchè poco distante sorgeva uno dei porti più importanti della Spagna, ma era comunque piacevole trascorrere giornate al sole o passeggiare lungo mare fino alla Malvarrosa.
Il mio nuovo appartamento si trovava in Calle del Convent de Jerusalem, un tempo via di immigrazione e delinquenza, ma ormai si era evoluto e adattato alle esigenze della vicina stazione e del quartiere antico. La casa era piccolina ma completamente ristrutturata e trovare gente con cui dividerla non fu difficile...

...ecco un breve video su Valencia






Nessun commento:

Posta un commento