venerdì 7 ottobre 2011

La mia vita come un Road Movie

On the Road è un termine inglese (per chi non lo sapesse!) che significa letteralmente "sulla strada", ma è anche il titolo del libro più famoso di Jack Kerouac (sempre per chi no lo sapesse!), autentica icona della generazione perduta degli anni '60 (la Beat Generation), bibbia per i viaggiatori di ogni parte del mondo e cult per i giovani di ogni tempo a venire.
Se la letteratura fu all'avanguardia nel dare libero sfogo ai disagi giovanili dell'epoca e nell'anticipare la Rivoluzione culturale che si avvicinava, il cinema ne approfittò tempestivamente, facendo nascere a cavallo dei '60 e i '70 un vero e proprio genere di film: il Road Movie. Il primo grande capolavoro On the Road fu "Easy Rider" (1969), nel quale due giovani anti-sistema percorrevano l'America a bordo delle loro Harley-Davidson, senza una reale meta, se non quella immaginaria della libertà, incontrando sul percorso figure molto rappresentative di una società ormai in decadenza...tra pusher, villaggi di hippies, marijuana, alcol, cocaina e lsd.


In realtà già Hemingway, London e gli afro-americani erano stati i pionieri di questa cultura del viaggio e in alcuni casi dello sballo. Il Beat e il blues hanno sempre rappresentato la libertà dei neri che venivano portati in America, sfruttati e schiavizzati e Woody Guthrie, un cantautore/viaggiatore ne fu un esempio concreto prima di lasciare spazio ai grandi maestri del jazz e poi a gente come Bob Dylan e le rockstar di Woodstock che hanno fatto del viaggio una vera e propria fonte di ispirazione per la propria musica.
Il Road Movie altro non è quindi che la trasposizione cinematografica di una storia di viaggio. Inizialmente questi viaggi erano in moto, ma poi nel corso degli anni sono stati fatti film di viaggi su qualsiasi tipo di mezzo di trasporto. Ad esempio in auto in film come Getaway e Paris Texas, in treno, sul bus, in camion o addirittura a bordo di un tagliaerba ("Una Storia Vera" di David Lynch). Poi ci sono anche quelli in nave o in aereo, ma questi, pur essendo di viaggio, non sono "sulla strada" e non rientrano quindi completamente nel genere.
La strada è ovviamente anche una metafora della vita, un'immagine poetica ma popolare riconducibile alla linea del tempo. "Vado per la mia strada"!! Buona o cattiva che sia ognuno ne ha una di strada.
Ecco...il motivo per cui ho parlato di questo è perchè sono sempre stato affascinato da questa cultura, dalla ricerca di un qualcosa di inspiegabile, dalla libertà, dall'avventura e penso che se gli esseri umani non avessero creato, nel corso della storia, valori che in realtà valori non sono, oggi il mondo sarebbe diverso, meno frenetico, più naturale, la gente si amerebbe di più e non sarebbe così avida di denaro e di tutto ciò che crea desiderio. Si darebbe più valore alle cose importanti, alle persone e alla natura, all'essere sereni e liberi da qualsiasi schiavitù...


Il forte disgusto provato in giovane età verso alcune dinamiche sociali propriamente italiane, agevolò il mio desiderio di trasferirmi all'estero e colsi l'opportunità al volo quando, al tempo dell'Università, venni a conoscenza del progetto Erasmus... 
...inconsapevolmente infatti la mia vita iniziò ad essere come un Road Movie!!!

lunedì 3 ottobre 2011

Italiano On the Road

Quando qualche anno fa andai via dall'Italia, iniziai a scrivere le mie avventure su un quaderno, promettendo a me stesso di provare un giorno a scrivere un libro e tentare di venderlo a qualche casa editrice. Ma i tempi sono cambiati e oggi è molto più semplice aprire un blog e diffondere il materiale sul web...
...vivere lontano da casa non è stato sempre bello e piacevole, ma posso dire di aver visto tante nuove cose, conosciuto posti, gente e modi di vedere le cose in maniera differente dalla mia. Ho aperto la mia mente e se, all'inizio me n'ero andato solo per l'Erasmus, adesso posso dire di sentirmi veramente un italiano On the Road, un viaggiatore pensante e un osservatore del mondo. Voglio perciò condividere le mie esperienze con la gente che avrà volontà e interesse di seguire questo blog, perchè quando uno se ne va lontano dalle sue origini, lentamente inizia a scoprire il mondo quanto proporzionalmente comincia un percorso verso la solitudine...